DE LAURETIS GIACOMO

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DE LAURETIS GIACOMO
nasce ad Atri il 24 maggio 1952
vive e dipinge a Martinsicuro
Via Trigno n. 1
info: 0861/796794 – Cell. 393.4657163
e.mail:
giacomo.delauretis@gmail.com
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FOTO OPERE


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NOTA CRITICA di ANNA dell’AGATA
Chi entra nella casa di Giacomo De Lauretis, ha subito l’impressione di trovarsi in una sala bene allestita per una mostra, per la gioiosità cromatica e le ordinate tessiture compositive dei quadri; guidati poi dall’artista, scopriamo che tutte le pareti dell’appartamento sono occupate dalle opere, tanto da apparire una piccola domestica raccolta museale. Pochi quadri di sapore espressionista testimoniano la sua precoce vocazione e passione per la pittura: un bel suo autoritratto-giovane, busti e teste, due carboncini di paesaggi ben costruiti dal vero, proiezione di ansie e tensioni di un animo giovane e sensibile. Poi, più recenti, i quadri in cui compare l’inizio della sua attuale ricerca formale. Così la maggior parte delle opere appartengono a questa sua raggiunta maturità di artista e sono datate in questo ultimo anno. Infatti si può dire che Giacomo, che è un geniale inventore e magistrale progettista in campo meccanico, professione che l’ha occupato per decenni, è nato all’arte della pittura solo da un anno, quando i figli, per festeggiare la sua decisione di andare anzitempo in pensione, gli hanno regalato una scatola di colori ad olio Rembrandt. Così Giacomo ha potuto realizzare il suo appuntamento d’amore con l’arte e la pittura, inseguito dalla tenera preadolescenza. In questo rimandato incontro con la pittura, l’artista ha potuto portare però la ricchezza culturale di inventore e maestro disegnatore meccanico. Infatti, la chiave che organizza disegno e colore è una griglia di parallele ortogonali, in diagonale rispetto agli assi di simmetria della tela; su questa vivono raffinati accordi e sfumature cromatiche, che, mentre distinguono disegno e composizione, fondono nello stesso tempo il tutto in una armonia di sapore classico. Tutto è studiato con una matematica attenzione analitica e l’elaborazione dell’opera – mi dice l’artista – richiede tempi lunghi di studio ed esecuzione. Il fatto di inquadrare l’opera in tale geometrica tramatura, non è lontano dai diedri dell’avanguardia storica e della pittura postcubista, nelle antiche radici del divisionismo, oltre che da generali ricerche astratto geometriche; insomma un sapore e un dialogo che continua con la pittura colta del novecento; ma tale schematizzazione alla fine non diviene mai un’operazione solo formale e manierista, poiché questa è solo uno schermo in cui vivono i contenuti emotivi di vedute in natura, interni o nature morte. Tutto questo ci fa capire che l’artista, lungi dall’essere un erede del furor romantico, per cui il dipingere è affidato all’ispirazione istintuale del fare, che esclude a priori un progetto, è invece un Artista – Artifex, colui che padroneggia il fare speciale dell’arte, e che quindi la sua poetica si inscrive di diritto nella tradizione di una cultura classica, il cui cordone ombelicale risale, attraverso il rinascimento, ai Greci e agli Egiziani. Anzi, data la feconda congiuntura nel suo vissuto di arte e scienza, mutati i parametri, potremmo pensare al massimo Modello di metodo, nel genio poliedrico di Leonardo, inventore pittore. C’è un quadro che prediligo ed è una stanza che racconta i suoi quadri appesi alle pareti o appoggiati per terra intorno ad un cavalletto; è intitolato: “La stanza della creatività”. C’è poi una bella serie di piccolo formato quadrato sul ciclo delle stagioni e un altro con farfalle allusive alla brevità del tempo. Il quadro più astratto matematico, L’Infinito, perde i riferimenti figurali e vibra come un caleidoscopio in questa ordinata e cristallina trama di rette intersecantesi; poi vedute di paese, case e archi, un angolo di Venezia con ponticello, un bellissimo “I gigli delle dune”, con barca e ombrellone spaziati sulla spiaggia, pezzi magnifici di pittura; un gabbiano in luce che vola su un astratto mare blu col bianco di spuma dell’onda. Di altre opere potremmo parlare ancora, per la qualità dei particolari e dell’insieme, ma ci fermiamo qui, per considerare che se questa raccolta è solo un Inizio, ci possiamo aspettare da questo artista innamorato della pittura un futuro gravido di gioie creative da trasmettere agli altri. Pineto, 1° ottobre 2011 Anna dell’Agata 



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